Trattamento fiscale della cessione di clientela professionale

L’Agenzia delle entrate si occupa di chiarire il trattamento fiscale applicabile ai fini dell’IVA, dell’imposta di registro, delle imposte dirette e ai fini ISA alla cessione da parte di un professionista della propria clientela in vista della cessazione della propria attività professionale (Agenzia delle entrate, risposta 12 dicembre 2025, n. 311).

L’Istante, un dottore commercialista, intende cessare la propria attività, e a tal fine procede:
– alla cessione a se stessa di tutti i beni materiali e immateriali, beni che sono totalmente ammortizzati, precisando che la collega a cui intende effettuare la cessione non è interessata ad acquisire il computer con licenza software e la stampante, avvalendosi già di altre macchine ufficio e licenza software;
– alla fatturazione di tutti i compensi ai propri clienti, concordando che essi provvedano al pagamento delle fatture entro il termine di chiusura della posizione IVA.
Inoltre, l’Istante intende cedere la parte ”cedibile” della propria clientela (relativa a contratti di consulenza con i clienti, esclusi gli incarichi di sindaco e revisione o collaborazioni con altri studi professionali che non rientrano tra quelli ”cedibili”) ad una propria collega persona fisica, pattuendo un pagamento rateale in tre annualità. L’Istante precisa che si è appoggiata a studi professionali di colleghi commercialisti utilizzando le loro strutture, non si avvale di personale dipendente, e i beni materiali e immateriali di sua proprietà (computer, stampante, cellulare, autovettura) risulteranno totalmente ammortizzati. Tali beni verranno ”ceduti” alla stessa Istante, e l’autovettura e il cellulare verranno utilizzati anche dopo la cessazione per uso quotidiano personale.
Pertanto, l’Istante rappresenta che la clientela ”cedibile” costituisce l’unico bene e l’unico complesso di rapporti giuridico-economici suscettibile e idoneo a consentire alla collega cessionaria l’esercizio dell’attività professionale.
L’Istante, in regime di contabilità semplificata e in vista del pensionamento, vorrebbe chiudere la partita IVA. Pertanto, con riferimento all’incasso rateale derivante dalla cessione della clientela, chiede:

  • ai fini IVA, se la cessione rientri tra le operazioni escluse da IVA ai sensi dell’articolo 2, terzo comma, lettera b), del D.P.R. n. 633/1972, e se, di conseguenza, il relativo contratto di cessione debba essere assoggettato ad imposta di registro;
  • se, qualora venga confermata l’esclusione IVA, sussista, in ogni caso, l’obbligo di mantenere la propria posizione IVA aperta fino all’incasso di tutti i compensi, ai fini delle imposte dirette;
  • ai fini delle imposte dirette, se debba assoggettare detti compensi a tassazione ordinaria ai sensi dell’articolo 54 del TUIR, o se ricorrendo le condizioni, emettere fattura senza IVA ai sensi del regime forfetario (articolo 1, commi da 54 a 89, della legge n. 190 del 2014);
  • ai fini ISA, se possa indicare il codice ”4” (periodo di non normale svolgimento dell’attività) per i primi due anni e il codice ”2” (cessazione dell’attività nel corso del periodo di imposta) nell’ultimo anno.

Inoltre, l’Istante chiede di sapere se, qualora fosse possibile chiudere la propria posizione IVA, i compensi rateali percepiti possano essere dichiarati nei rispettivi Modelli Redditi PF, quadri RL, quali redditi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate in modo abituale e professionale.

 

L’Agenzia osserva che l’articolo 2, comma 3, lettera b) del Decreto IVA esclude le cessioni aventi per oggetto un complesso unitario di attività materiali e immateriali, inclusa la clientela organizzato per l’esercizio dell’attività artistica o professionale. Tuttavia, nel caso di specie, l’Istante intende unicamente effettuare la mera cessione di un ”portafoglio clienti” nei confronti di un’altra persona fisica. Questo ”portafoglio clienti” non può, da solo, integrare un complesso unitario di attività organizzato per l’esercizio di un’attività professionale.

 

In linea con la giurisprudenza della Corte di Cassazione, l’Agenzia ribadisce che il rapporto tra professionista e cliente è connotato “dall’intuitu personae”, e la capacità di attrarre clientela non può essere assimilata ad un bene immateriale autonomamente trasferibile. La cessione di clientela configura un corrispettivo di una prestazione di servizio, consistente nell’impegno del cedente a favorire il soggetto subentrante nella prosecuzione del rapporto (obbligazioni di fare e non fare).

 

Di conseguenza, al trasferimento di clientela non è applicabile l’articolo 2, comma 3, lettera b), del Decreto IVA. L’operazione è imponibile ai fini dell’imposta, in quanto costituisce prestazione di servizi ai sensi dell’articolo 3, comma 1, del Decreto IVA.

L’imposta di registro è dunque applicabile in misura fissa ai sensi dell’articolo 40, comma 1, TUR.
Riguardo la cessione all’Istante dei beni utilizzati (computer, stampante, ecc.), essa costituisce destinazione di beni all’uso o al consumo personale o familiare anche se determinata da cessazione dell’attività, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, n. 5) del Decreto IVA, salvo che per tali beni non sia stata operata la detrazione IVA all’acquisto.

Inoltre, in base al comportamento concludente dell’Istante (applicando l’IVA), non sussistono i requisiti per avvalersi del regime forfetario.

 

Ai fini delle imposte dirette, l’articolo 54, comma 1, del TUIR, stabilisce il principio di onnicomprensività del reddito di lavoro autonomo. I corrispettivi percepiti per la cessione della clientela sono implicitamente inclusi nel reddito di lavoro autonomo e sono soggetti a tassazione ordinaria.
Il lavoratore autonomo deve conservare la partita IVA fino all’incasso dell’ultima rata. L’attività professionale non si considera cessata fino all’esaurimento di tutte le operazioni dirette alla definizione dei rapporti giuridici pendenti. I corrispettivi conservano la natura di redditi di lavoro autonomo da assoggettare a tassazione ordinaria secondo il principio di cassa e vanno indicati nel quadro RE del Modello Redditi PF.

L’Istante potrà ottenere la chiusura della Partita Iva solo dopo avere percepito tutte le rate.

 

Infine, in merito agli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA), l’Istante dovrà indicare il codice ”4” (periodo di non normale svolgimento dell’attività) nell’anno di stipula della cessione e in quello successivo, e il codice ”2” (cessazione dell’attività nel corso del periodo di imposta) nell’anno in cui chiuderà la Partita IVA.

CCNL Cooperative Sociali (Unci-Confsal): siglato il rinnovo 

Stabiliti minimi retributivi, contributi e EDR 

Lo scorso 25 novembre 2025 l’Organizzazione sindacale Fesica-Confsal e le Associazioni datoriali Unci, Aifos, Assoeserecenti, Confimprese Italia, Italpmi, Uci, Valitalia Pmi hanno siglato il rinnovo del CCNL di settore avente validità dal 1° dicembre 2025 al 30 novembre 2028. L’accordo riguarda le cooperative e le imprese sociali che operano nei settori socio-sanitario, assistenziale, educativo e di inserimento lavorativo.

Il suddetto rinnovo stabilisce i nuovi minimi retributivi per i lavoratori del comparto.

Livello Minimi conglobati mensili
A1 1.359,85
A2 1.372,53
B1 1.436,79
C1 1.545,21
C2 1.591,06
C3/D1 1.637,57
C3/D1 con I.P. 1.637,57
D2 1.727,83
D2 con I.P. 1.727,83
D3/E1 1.839,15
E2 1.985,42
E2 con I.P. 1.985,42
F1 2.192,54
F1 con I.P. 2.192,54
F2 2.504,09
F2 con I.P. 2.504,09

Il contratto definisce le quote contributive a carico del datore di lavoro e del lavoratore, da destinare all’Ente bilaterale scelto per 12 mensilità. L’Impresa che ometta il versamento delle quote di finanziamento dell’Ente è tenuta a corrispondere al lavoratore un EDR d’importo mensile pari a 30,00 euro.

Associazione datoriale Ente bilaterale Datore Lavoratore
Aifos Obinaf 7,00  1,50 
Assoeserecenti Ebips 7,00  1,50 
Confimprese Italia Ebil 7,00  1,50 
Italpmi Ebinalf 7,00  1,50 
Unci Fueb 7,00  1,50 
Valitalia Pmi Enbilav 7,50  1,00 

L’accordo prevede, inoltre, istituti di flessibilità come la Banca Ore per il recupero delle ore straordinarie e la Banca Ore Formazione per l’aggiornamento professionale non obbligatorio.

Per quanto riguarda la previdenza complementare il contratto stabilisce che il contributo a carico dell’azienda non potrà superare l’1,50% degli elementi retributivi ai fini del calcolo del TFR.

Per l’Assistenza sanitaria integrativa viene stabilito un contributo mensile in favore di Ob Italia salute di 15,00 euro per ciascun lavoratore, di cui 13,00 euro a carico del datore di lavoro e 2,00 euro a carico del lavoratore. L’azienda che ometta il versamento delle suddette quote è tenuta ad erogare al lavoratore un EDR pari ad 40,00 euro da corrispondere per tutte le mensilità previste dal CCNL.

Infine Il CCNL introduce nuovi profili specifici per il personale addetto alla gestione degli strumenti di Intelligenza Artificiale in azienda.

 

CCNL Farmacie Aziende Municipalizzate: proseguono i negoziati

Tema dell’incontro sono stati i salari e nuove mansioni

Lo scorso 10 dicembre è continuato il confronto per il rinnovo del CCNL Farmacie comunali, scaduto il 31 dicembre 2024 ed applicato ad oltre 6mila professionisti.

I temi trattati sono stati il potere d’acquisto dei salari e l’integrazione di nuove mansioni nell’ambito dei nuovi servizi erogati dalle farmacie comunali.

Per quanto riguarda i salari, Assofarm ha evidenziato la differenza retributiva tra i dipendenti  delle farmacie municipalizzate ed i dipendenti delle farmacie private e l’associazione datoriale ha annunciato di avanzare una nuova proposta economica e valutare un’estensione della vigenza contrattuale a quattro anni.

Per quanto rigaurda l’inseimento di nuove mansioni, invece, è stato proposto un tavolo tecnico per valutare le nuove attività.

Il prossimo incontro è fissato al 29 gennaio 2026.

Assegno di incollocabilità: l’adeguamento dei limiti di età

Fornite istruzioni in merito agli aggiornamenti previsti dall’articolo 9, comma 1 del D.L. n. 159/2025 (INAIL, circolare 11 dicembre 2025, n. 55).

L’INAIL ha fornito istruzioni in materia di aggiornamenti dei limiti di età per l’erogazione dell’assegno di incollocabilità. Tali aggiornamenti sono stati stabiliti dall’articolo 9, comma 1 del D.L. n. 159/2025 che ha elevato il limite massimo di età previsto per la ricezione dell’assegno erogato dall’INAIL, introducendo un criterio di adeguamento periodico all’età pensionabile.

Con la circolare in commento, l’Istituto nelle more della conversione in legge della predetta disposizione, precisa che dal 1° gennaio 2026 viene estesa la fruizione dell’assegno di incollocabilità sino al compimento del 67° anno di età agli assicurati che siano in possesso dei previsti requisiti.

In base alla nuova formulazione introdotta, l’eventuale innalzamento dell’età pensionabile comporterà l’adeguamento automatico anche del limite anagrafico per ottenere la prestazione economica.

L’estensione si applica alle seguenti categorie di assicurati:

– titolari di rendita diretta con assegno attualmente in corso di erogazione che, a far data dal 1° gennaio 2026, compiano il 65° anno di età;

– titolari di rendita diretta che, in possesso dei requisiti, abbiano compiuto il 65° anno di età anteriormente al 1° gennaio 2026 e, pertanto, non siano più in godimento dell’assegno;

– titolari di rendita diretta che, in possesso dei requisiti, non abbiano mai presentato istanza e, pertanto, non abbiano mai fruito dell’assegno.

CCNL Igiene Ambientale: sottoscritto il rinnovo

Previsto un  incremento economico complessivo sul livello 3A pari a  250,00 euro

Lo scorso 9 dicembre è stato sottoscritto da Utilitalia, Cisambiente-Confindustria, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Servizi e Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fiadel l’ipotesi di rinnovo del CCNL unico dei servizi ambientali sottoscritto il 18 maggio 2022 , scaduto il 31 dicembre 2024.

Il  nuovo CCNL decorre dal 1° gennaio 2025 fino al 31 dicembre 2027.

Per il triennio 2025-2027 l’incremento economico complessivo sul parametro medio 130,07 (livello 3A) viene stabilito in misura pari a 250,00 euro di cui 202,00 euro di incremento delle retribuzioni base parametrali mensili.

Per quanto riguarda il welfare, a  decorrere:

– dal 1° ottobre 2026  il contributo che le Aziende versano al Fondo Fasda è incrementato di un importo aggiuntivo in misura fissa pari a 5,50 euro per 12 mensilità (16,50 euro trimestrali);

– dal 1° gennaio 2027, le aziende versano al Fondo Previambiente un contributo aggiuntivo di 8,50 euro;

– dal 1° gennaio 2027, le aziende versano un ulteriore contributo aggiuntivo mensile di 1,00 euro per 12 mensilità alla forma di welfare contrattuale che le Parti individueranno entro il 31 gennaio 2026.

Previsto un aumento della produttività contrattuale (ERAP) pari a 18,00 euro.

Ai  lavoratori in servizio alla data del 9 dicembre 2025 viene riconosciuto un importo una tantum pari a 100,00 euro lordi sul parametro medio 130,07 a titolo di copertura integrale del periodo 1° gennaio-30 giugno 2025, da corrispondersi in due tranches di pari importo con la retribuzione del mese di marzo e del mese di giugno 2026.L’importo viene corrisposto ai lavoratori aventi diritto in misura proporzionale ai mesi di servizio prestati nel periodo 1° gennaio-30 giugno 2025.
Le Parti si impegnano a sciogliere le riserve sulla presente ipotesi di accordo entro il 31 gennaio 2026